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Grazie a La Prealpina: riflessioni sull’intelligenza artificiale nelle aziende

Grazie a La Prealpina: riflessioni sull’intelligenza artificiale nelle aziende

Grazie a La Prealpina: riflessioni sull’intelligenza artificiale nelle aziende

Sono estremamente grata al giornalista Salvatore Righi e al quotidiano La Prealpina per l’articolo che mi hanno dedicato il 27 marzo 2025 (allegato al termine di questo blog post) e che ha messo in luce alcuni temi a me molto cari: l’importanza strategica dell’intelligenza artificiale nelle aziende e i possibili scenari futuri che questa tecnologia porterà con sé. Vorrei cogliere l’occasione per approfondire i concetti espressi, aggiungendo qualche ulteriore spunto di riflessione frutto della mia esperienza nel digital marketing.

 

L’Intelligenza Artificiale come vantaggio competitivo

Oggi, le imprese che non integrano l’AI rischiano di rimanere indietro rispetto alla concorrenza. L’AI è infatti uno strumento potente che consente di:

  • Automatizzare e velocizzare i processi: dall’analisi dei dati all’ottimizzazione della produzione e della logistica, fino al customer service, alla contabilità e al marketing.

  • Ridurre tempi e costi: una macchina è in grado di gestire volumi di dati enormi, individuando pattern e correlazioni con velocità ed efficienza molto superiori a quelle umane.

  • Generare nuove opportunità di crescita: implementare soluzioni AI in modo mirato può aprire nuove nicchie di mercato, favorendo la creazione di servizi e prodotti innovativi.

Tuttavia, non bisogna lasciarsi prendere dall’entusiasmo del momento: l’AI non è una bacchetta magica. Non è la soluzione universale a tutti i problemi aziendali, né è infallibile. Serve sempre un controllo umano, sia per validare i risultati sia per governare il processo decisionale.

 

Un’adozione graduale e consapevole dell’intelligenza artificiale nelle aziende

Un errore comune è voler introdurre l’AI rapidamente in ogni reparto, senza un’adeguata pianificazione. È invece fondamentale:

  1. Stabilire priorità e obiettivi chiari: definire con precisione in quali settori l’AI può generare il maggior impatto in termini di riduzione dei costi o incremento dei ricavi.

  2. Formare il personale: i dipendenti sono il patrimonio dell’azienda; la loro competenza e la loro capacità di interpretare i risultati generati dall’AI rimane cruciale. Il valore del loro know-how è insostituibile.

  3. Procedere per gradi: iniziare con progetti pilota e, una volta validati i risultati, estendere gradualmente le soluzioni AI ad altri settori.

L’AI è un potente alleato che può rendere più efficiente il lavoro umano, ma va utilizzata in modo responsabile, tenendo conto anche dei possibili rischi.

 

Il futuro delle professioni e il ruolo dell’innovazione

Come è sempre accaduto in ogni rivoluzione tecnologica, l’AI porterà alla scomparsa di alcune professioni e alla nascita di altre totalmente nuove. Rispetto alle innovazioni passate, tuttavia, l’AI ha un potenziale dirompente ancora maggiore:

  • Automazione di lavori complessi: l’AI potrebbe, nel lungo periodo, sostituire professioni che spaziano dal settore sanitario (come i chirurghi) al settore dei trasporti (come i camionisti), fino ad arrivare a lavori creativi (come i musicisti).

  • Nuove specializzazioni: nasceranno figure professionali specializzate nella creazione, gestione e supervisione di sistemi AI, nonché nella risoluzione dei problemi etici e legali connessi al loro utilizzo.

Non è la prima volta che la tecnologia modifica radicalmente il panorama lavorativo: già l’industrializzazione o l’avvento di internet hanno stravolto interi settori. Però dobbiamo anche essere realisti e essere consci del fatto che l’impatto dell’intelligenza artificiale sarà più dirompente di qualsiasi altra innovazione del passato; quello che dobbiamo fare è prepararci, puntando su formazione continua e flessibilità professionale.

 

Regolamentazione e responsabilità

Il vero grande problema di oggi è la mancanza di una regolamentazione chiara e condivisa a livello globale. L’AI non si limita a migliorare i processi aziendali, ma può anche generare:

  • Furti d’identità e disinformazione di massa

  • Manipolazione di contenuti multimediali (deepfake)

  • Violazioni del copyright

  • Sorveglianza di massa non autorizzata

  • Manipolazione dei mercati finanziari

L’AI Act promosso dall’Unione Europea rappresenta un primo passo, ma siamo ancora lontani dall’avere un quadro normativo esaustivo e condiviso che possa tutelare cittadini, imprese e istituzioni.

 

Il rischio di dipendenza dalla tecnologia

Le tecnologie che abbiamo utilizzato finora (come la calcolatrice o il computer) ci hanno supportato, ma non ci hanno sostituito. L’AI, invece, è già in grado di risolvere problemi in autonomia. Questo scenario apre a interrogativi importanti:

  • Dipendenza tecnologica: rischiamo di delegare sempre più attività all’AI, perdendo competenze e autonomia.

  • Sicurezza e controllo: se l’AI diventasse più “intelligente” di noi, come potremmo gestirla e controllarla?

  • Ruolo delle Big Tech: molte grandi aziende avevano promesso investimenti in sicurezza e alternative etiche, ma i fatti dimostrano che non sempre queste promesse vengono mantenute.

Persino figure di spicco come Geoffrey Hinton (Premio Nobel 2024) hanno espresso preoccupazioni in merito alla possibilità che l’AI possa “sfuggirci di mano”. Potremmo trovarci presto a confrontarci per la prima volta nella storia con un’entità più intelligente dell’uomo, con conseguenze oggi difficili da prevedere.

 

Conclusioni

L’intelligenza artificiale è una straordinaria opportunità di crescita per le aziende, ma richiede un approccio attento e una visione di lungo periodo. Non si tratta di sostituire il lavoro umano, bensì di affiancarlo, integrandolo e migliorandolo. Allo stesso tempo, è indispensabile che governi, istituzioni e imprese collaborino per definire regole chiare che tutelino la società da usi impropri e potenzialmente dannosi.

Ringrazio di cuore La Prealpina per l’attenzione riservatami e per avermi dato modo di condividere queste riflessioni. Spero che queste mie considerazioni possano essere utili a imprenditori, manager e professionisti che, come me, credono nella forza dell’innovazione ma anche nel valore imprescindibile di una crescita etica e sostenibile.

Se avete domande o volete approfondire qualche aspetto in particolare, non esitate a contattarmi. Continuiamo a esplorare insieme il futuro del digital marketing e dell’innovazione tecnologica!

Intervista di Annalisa Forcella su La Prealpina riguardo l'importanza strategica dell'intelligenza artificiale per le aziende

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